ISTITUTO DI CULTURA ITALO - TEDESCO
UNICA SEDE D'ESAMI AUTORIZZATA DAL GOETHE-INSTITUT
PER PADOVA E VICENZA
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IN RICORDO DEL PROF. KLAUS MUELLER (13/06/1942 - 20/2/2021)

Con Klaus e Daria ci siamo sfiorati per anni, data la comune passione per la cultura e la storia. Poi abbiamo avuto la gioia di approfondire la nostra conoscenza. L’occasione è stata la versione in tedesco del mio testo su La Cappella degli Scrovegni. La rivoluzione di Giotto, edito con Skira a fine gennaio 2021. Ho così potuto constatare non solo la straordinaria qualità del suo lavoro e la finezza della sua sensibilità, doti ben note a chiunque avesse avuto modo di conoscerlo, ma anche la grandezza della sua umanità e la purezza, l’incanto della sua anima. Ci siamo legati di una naturale e gioiosa amicizia. Pochi giorni prima che ci lasciasse, Daria gli ha consegnato il libro stampato, quando la pandemia impediva agli amici di potergli fare visita. Ricordo ogni momento dei nostri incontri, ogni parola e ogni sorriso. Grazie, carissimo Klaus! Un grande abbraccio.

Giuliano Pisani


Lieber Klaus,

du warst der Erste, den ich hier bei ICIT kennengelernt habe. So warst du für mich einfach ein wichtiger Teil der Schule.

Deine Ruhe, Symphatie, Wärme sowie dein großes Wissen fehlen mir heute, wenn ich an deinem Raum vorbeigehe.

Ruhe so wie du gelebt hast.

Tanja Erichsen


“Grazie caro Professor Klaus Mueller. Grazie per il garbo, la pazienza, la cultura, l'affabilità. Il suo modo di porsi e di spiegare, per me rappresenteranno sempre il miglior modo per dedicarsi a una lingua così ardua.

Fui suo allievo in fasi distinte: dal 2005 in corso collettivo, alle lezioni online dell’inverno scorso per prepararmi al C2. Die vier Module wurden bestanden lieber Professor, e io so che lei ha sorriso soddisfatto.”

Andrea Tognon


"Il prof. Mueller: rimane intatto il ricordo di un grande Maestro che trasmetteva cultura, passione, sensibilità e capacità di comprendere vecchie e nuove generazioni.

A me si uniscono i tanti alunni che hanno avuto modo di conoscerlo e di apprezzarlo.

Il suo prezioso insegnamento è una parte irrinunciabile di tutti noi.

Lo voglio ricordare con serenità e con un sorriso appena abbozzato come lui, nella sua semplicità carica di significato, avrebbe voluto.

Grazie, Maestro!"

Ornella Ghedin


Klaus, una persona cara, preziosa, capace, come pochi, di trasmettere con semplicità la sua grande, profonda cultura. Per me il Maestro.

Ambra Bonduà


Lo ricordo soprattutto per la sua gentilezza e cortesia, per avermi sempre fatta sentire a mio agio quando è stato mio insegnante. E naturalmente la capacità di raccontare la storia della Germania coinvolgendo gli ascoltatori. Ricordo quanto entusiasmo, tenerezza ed addirittura affetto aveva suscitato negli alunni di Piove di Sacco con la sua conferenza sulla divisione e riunificazione.

Gabriella Cussino


Anni fa, trovandomi a Padova per motivi di lavoro, ero solita andare a pranzo in un simpatico self-service dove ero ormai diventata una cliente abituale. Spesso il tavolo vicino al mio era occupato da altri due clienti abituali: una coppia di mezza età, una coppia evidentemente molto affiatata, una coppia il cui legame si intuiva solido, collaudato da una lunga affettuosa consuetudine. Venni a sapere che il signore, tedesco di nascita, insegnava la sua lingua presso il Goethe Institut di Padova e che sua moglie, anche lei con un passato di insegnante, era un’artista e una poetessa, appassionata studiosa di astrologia. A volte teneva conferenze, delle quali il titolare del self-service esponeva orgoglioso il programma sul bancone del locale.

In seguito, volendo migliorare la mia conoscenza della lingua tedesca, decisi di iscrivermi al Goethe Institut di Padova. Chiesi di poter seguire un corso individuale, e come docente mi venne assegnato proprio il mio antico vicino di tavola: il professor Klaus Mueller. Mi apparve subito un uomo di notevoli qualità intellettuali e umane che sempre più, nel corso dei quattro anni nei quali fui sua allieva, ebbi modo di apprezzare.

Il tratto della sua personalità che forse maggiormente mi colpì fu la sua dedizione al lavoro e, più in generale, la sua estrema disponibilità. A rappresentare il Goethe quando si chiedeva una conferenza, un intervento, per esempio in una scuola, c’era quasi sempre il professor Mueller. Era una colonna dell’Istituto, una persona sulla quale tutti sapevano di poter contare per qualsiasi evenienza. Era un uomo che non si tirava mai indietro («sono un vecchio soldato, dove mi mandano vado»). Letteralmente, non si risparmiava. Per senso del dovere, certamente; ma soprattutto, credo, perché l’insegnamento era la sua vocazione e – accanto al grande amore per la moglie – la sua passione e la sua vera ragione di vita.

Continuò a spendersi senza riguardo, il professor Mueller, anche quando si manifestarono le prime avvisaglie della malattia e quando poi i sintomi si aggravarono, rendendogli molto faticosa la deambulazione. Ero preoccupata per lui. Poi scoppiò la pandemia. Nel marzo 2020 gli mandai un messaggio: con molto dispiacere mi vedevo costretta a interrompere le nostre lezioni, che mi auguravo di poter riprendere quanto prima, appena l’emergenza fosse passata. Conservo ancora il suo messaggio di risposta, carico di malinconica saggezza: «anche a me dispiace, aber wir müssen uns dem Schichsal fügen».

Sebbene forse non del tutto inattesa, fu per me un colpo doloroso la notizia che il professor Mueller aveva dovuto sottomettersi al suo destino, che il suo itinerario terreno si era concluso. Resta per me – e, credo, per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo – la memoria di un uomo che non esito a definire un gran signore, per la sua raffinata e profonda cultura e per la generosità con cui sapeva condividerla.

Caterina Griffante


Ricordo la sua voce, il suo modo di parlare,

li associo al mio mestiere, a esperienze che ho vissuto.

Presenza delicata, discreta, preparata,

ti prende e ti accompagna tra il Zertifikat e Berlino.

Racconta di quel muro, di pace e dittatura

con ironia sottile, sguardo acuto, mite.

Non sfoggia conoscenza, ti fa sentire pari,

lo ascolti senza sforzo e intanto impari.

Difficile non scorgerlo dentro al suo Istituto

lì da sempre, il suo consiglio, il suo saluto.

Discreto e penetrante, battuta lieve pronta,

e quella sua espressione, fa sorridere e pensare.

Cortina di ferro e zoom hanno lasciato intatti

la gentilezza innata, il rendere presenti testimonianze e fatti.

Nascosto tra le righe di compiti e esercizi

compare spesso Klaus, non manca mai Herr Mueller,

perfetti gli aggettivi höflich, ironisch, kompetent

e i cenni a quegli eventi che lui rendeva vivi.

A Klaus Mueller con riconoscenza

Sara Sandrin


Incuteva rispetto il professor Mueller, riservato e molto serio al primo approccio, tanto che gli alunni rimanevano silenziosi. Quando iniziava a parlare e a spiegare con l’aiuto di immagini da lui scelte, ascoltavano ammirati e concentrati, prendendo appunti.

Così loro lo hanno descritto poco più di un anno fa e così lo ricordo anch’io, grata a lui per la instancabile disponibilità a diffondere la cultura tedesca in maniera chiara, sapendo comunicare ai ragazzi e anche ad adulti e colleghi.

Maria Cristina Mantovani


21 gennaio 2021, ore 17,00, controllo in agenda ed ho segnato: lezione di tedesco con il Prof. Mueller; nessun collegamento, eppure la connessione wi-fi funziona ...un messaggio, una telefonata ...nessuna risposta.

La tosse persistente durante la lezione (l’ultima insieme) sulla declinazione dell’aggettivo e un timore sempre più forte fino alla conferma nel messaggio della sig.ra Daria: il prof. Mueller, il mio prof. Mueller non risponde più.

Intristita e sgomenta riavvolgo il nastro del ricordo dei nostri periodi di lezione in Istituto, con il Suo incedere leggermente claudicante, ed on line con il Suo Guten Tag sempre aperto all’ascolto.

Klaus Mueller, il Prof. Mueller, dalla pazienza infinita e dalla continua voglia di mettersi a disposizione del discente per trasmettere, con indomito entusiasmo e con rigore didattico, il Suo sapere.

La cifra del Suo insegnamento? Trovare sempre un perché, una ragione storica, un motivo culturale, una spiegazione grammaticale, un’origine della fonetica germanica: come il perché nelle parole tedesche ci siano così poche vocali, o parole così tanto lunghe!

Imparare una lingua, studiandone le radici storiche: questo era il prof. Mueller a lezione!

Ultimo esponente di una didattica tradizionale che prevedeva anche l’ausilio della Sua amata lavagna su cui scrivere con bella grafia declinazioni e coniugazioni, per poi attendere con pazienza che noi alunni gli dicessimo: Löschen Sie ruhig!

Questo era, è nel vivo ricordo il prof. Mueller!

Giovanna Cassano


È già passato un anno, ma il ricordo del Prof. Mueller resta vivo in tutti noi che l’abbiamo conosciuto e apprezzato come persona, come docente, come appassionato studioso. Grazie, carissimo Professore, per il Suo sapere e la Sua cultura, vastissimi, ma trasmessi e condivisi sempre con semplicità e garbo, per la Sua simpatia e la Sua gentilezza, per averci fatto amare e appassionare riguardo la storia e la cultura della Germania, raccontate con l’occhio attento dello storico e del testimone.

Francesca Parpajola

 

Klaus mit seinem feinen Humor, seiner Disziplin und seiner Geduld wird immer ein Vorbild für mich bleiben.

Eva


Ho avuto l’onore e il piacere di conoscere Klaus Mueller come collega e amico. Sempre gentile e disponibile, è stato un punto di riferimento a cui attingere per la sua grande cultura e conoscenza, e ricorderò sempre il suo modo pacato di trattare tutti con rispetto, umanità e un pizzico di ironia.

Gabriele Pezzato


Klaus Mueller o elogio del traduttore

La cultura tedesca, per quel tanto che ho potuto assimilarla, è diventata parte fondamentale della mia esistenza, ma è stata un'acquisizione non facile e non priva di frustrazioni, perché guadagnata tardivamente e non all'interno di un regolare e rassicurante curriculo della scuola secondaria.

In questa mia Auseinadersetzung con il mondo tedesco, Klaus Mueller, come uomo e come cultore della lingua tedesca, ha svolto un ruolo importante; in particolare, ricordo che per almeno tre decenni ho usufruito della sua sicura competenza linguistica e della sua grande disponibilità come traduttore dei miei modesti, ma quanto all'argomento disparati, contributi per convegni e seminari che si svolgevano in Germania.

A questo suo, per me fondamentale, ruolo di 'mediatore' e 'interprete' voglio qui rendere grato omaggio, conscio che ben più ampia e articolata è stata la sua lunga ed efficace attività di insegnante e di conferenziere nell'Istituto Italo-tedesco di Padova, interpretata con l'impegno ma anche la serenità di una naturale Bestimmung, in cui egli pienamente si riconosceva.

Grazie allo scrupolo con il quale Klaus Mueller forniva alla comune discussione la prima versione di un testo, ho imparato ad apprezzare il fondamentale ruolo culturale della traduzione, che Novalis – un autore caro ad entrambi – ha nobilitato fino a farne una caratteristica della Deutschheit, quando scriveva che "A parte i Romani, noi siamo la sola nazione che ha percepito come irrefrenabile l'impulso a tradurre, e ad esso siamo debitori di così tanta cultura. […] Questo impulso è un'indicazione del carattere altissimo e originario del popolo tedesco. Essere tedesco significa mescolare il cosmopolitismo con la più potente individualità".

Ciò non toglie che per la maggior parte anche delle persone colte l'attività del tradurre resti, secondo la felice espressione di Renata Colorni il "mestiere dell'ombra"; ma credo che per Klaus Mueller fosse un'ulteriore opportunità per approfondire e rendere sempre più intimamente propria la nostra cultura e per sentirsi a suo agio tra noi e anzi per farsi 'padovano', quasi fosse stata una sua scelta destinale.

Il suo naturale radicamento nella grande tradizione culturale tedesca e la sua sempre interessata apertura verso la nostra l'hanno reso per quanto mi riguarda il traduttore ideale perché scrupoloso, preoccupato di cogliere il senso oltre la lettera e perciò sempre alla ricerca del termine giusto: all'inizio del nostro 'sodalizio' la dettagliata analisi della traduzione si trasformava in un dialogo, reciprocamente arricchente, tra due persone naturalmente disposte a comprendere e a comprendersi; col tempo quest'operazione si è molto ridotta perché nel frattempo Klaus Mueller aveva saputo impadronirsi senza apparente sforzo non solo del lessico tecnico ma anche del più ampio contesto culturale in cui io mi muovevo.

Tutto questo avveniva in un clima di leggerezza e in una modalità che prevedeva il pedale dell'ironia, a propiziare un'armonia tra due persone diverse ma con parecchi interessi e aspirazioni in comune. Non so se la sua natura riservata e laboriosa ammettesse molte amicizie; per quanto mi riguarda posso testimoniare un rapporto discreto e insieme umanamente interessato, anche alle mie vicende esistenziali; e se non posso dire di essere stato suo 'amico' nel senso comune del termine, mi riconoscerei tale nel senso più profondo a cui fece ricorso, in una situazione analoga, Thomas Mann: "Wir hatten Sinn, der eine für das Leben des anderen – das ist es ja, was man Freundschaft nennt".

Gian Franco Frigo


“maestro1 /ma'ɛstro/ o /ma'estro/ [lat. magister, der. di magis"più"]. - ■ s. m. 1. (f. -a) a. chi eccelle in un’arte, in una scienza, in una disciplina, così da poterla insegnare agli altri, o da essere considerato una guida [da Vocabolario online Treccani]”

Come pare che Haydn avesse detto del giovane Beethoven, Klaus Mueller, di cui ricorre in questi giorni il primo anniversario della scomparsa, dava l’impressione di essere un uomo con molte teste, molti cuori, molte anime. E allo stesso tempo un riferimento solido e armonico, un faro e un porto sicuro dal quale muovere e al quale tornare per ripartire. Era un Maestro.

Nei lunghi anni del nostro sodalizio, fatto di tante cose – lezioni, collaborazioni, amicizia, frequentazione, cene memorabili – ho avuto modo di apprezzarne non solo la sterminata cultura, che più di una libresca conoscenza enciclopedica rifletteva il sapere autentico, quello fatto proprio e reso saggezza interiore. Ma anche e forse soprattutto ho avuto prova dello spessore umano di una figura che per me è stata per molti aspetti fondamentale e che rimarrà sempre impressa nel mio cuore, nel mio modo di vedere le cose, nel mio lavoro. Credo che mi continuerò a domandare, di tanto in tanto, nelle più disparate circostanze, “cosa ne penserebbe, Klaus?”.

Mi verrà naturale e subito dopo avvertirò il senso di mancanza di non poter più avere risposta.

Tugend bringt Ehre. La virtù porta onore. Grazie, Klaus, per ogni tempo trascorso insieme.

Marco Azzalini

 

A un anno dalla scomparsa, ricordiamo con ammirazione e nostalgia il Professor Klaus Müller, docente di Lingua e Letteratura Tedesca del Goethe Institut di Padova.

Con dedizione e preparazione, teneva conferenze e lezioni sulla storia e cultura della sua Germania, spiegando, con grande impegno ai ragazzi, le fasi storiche susseguitesi a Berlino, focalizzando, in modo molto chiaro, il rapporto tra dittatura e democrazia e investigando il legame tra storia e memoria. Indimenticabile, in ognuno di noi, rimane oggi la sua grande capacità di trasmettere il sapere con semplicità, modestia e ironia. Lo ricorderemo come uomo gentile, discreto, misurato. Un vero signore, che ci ha spiegato e fatto capire la storia.

Rivolgiamo un pensiero e un ringraziamento particolare alla moglie, che, durante l’ultimo periodo, lo accompagnava nel Nostro Istituto.

Alessandra Segat - Istituto Einaudi-Gramsci Padova

Calmo, attento, sempre pronto ad incoraggiare. Filologo appassionato: traducevo le nostre poesie in tedesco e i testi dei Lieder in italiano, a volte un verso o un vocabolo richiedevano un quarto d'ora di discussione... non era tempo perso, mi insegnava a costruire ponti.

Angela Barchet

 

Aller höhere Humor fängt damit an, dass man die eigene Person nicht besonders ernst nimmt – typisch Klaus! (trad. l'umorismo più alto inizia con il non prendersi molto sul serio - tipico di Klaus!).

Claudia Benger

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