ISTITUTO DI CULTURA ITALO - TEDESCO
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Martedì 7 dicembre, ore 17.00 in streaming e in sede (prenotazione obbligatoria)

50 anni fa. La Ostpolitik di Willy Brandt e le origini dell’Europa di oggi

 

Il 7 dicembre di cinquanta anni fa il Cancelliere socialdemocratico tedesco, Willy Brandt, in visita in Polonia si inginocchiava a Varsavia davanti al monumento che ricordava l’insurrezione degli ebrei del ghetto nel 1944 repressa nel sangue dall’occupante nazista. Era un tributo nei confronti delle vittime. Un gesto simbolico fortissimo che segnava una svolta politica e culturale. Sul piano politico il gesto dava forza alla politica della Ostpolitik, la politica di riavvicinamento con l’Est, promossa da Brandt fin dal suo insediamento alla cancelleria nel 1969 e realizzata attraverso una serie di fondamentali trattati diplomatici con l’Unione sovietica, la Polonia, la Cecoslovacchia e la Repubblica Democratica tedesca, l’“altra Germania”. L’avvio della riconciliazione intertedesca e il riconoscimento, assai contrastato in Germania, dei confini usciti dalla Seconda guerra mondiale rappresentarono la premessa indispensabile per l’avvio del processo di distensione in Europa culminato nella Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa e nell’Atto finale di Helsinki nel 1975, un passaggio fondamentale sulla via dello sgretolamento delle rigide contrapposizioni imposte dalla guerra fredda.

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