ISTITUTO DI CULTURA ITALO - TEDESCO
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PER PADOVA E VICENZA
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L’unicità della Musica Tedesca

Relatrice: Marisa Franceschi

 

Martedì 31 maggio, ore 17.00 in presenza e via Zoom

La Nuova Oggettività. L’arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar

 

Nel 2016 la Fondazione Musei Civici di Venezia in collaborazione con il Los Angeles County Museum of Art organizzò una mostra intitolata “Nuova Oggettività – Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar”. In questa interessantissima mostra erano esposte opere pittoriche e fotografiche di artisti appartenenti al periodo, relativamente breve di 14 anni, dal 1919 al 1933.

Il periodo che fece seguito alla fine della Prima Guerra Mondiale in Germania fu segnato da cambiamenti culturali, problematiche di carattere economico e sociopolitico. Andava delineandosi sempre più profonda una spaccatura tra le classi sociali: da una parte i “pescecani della guerra” che si erano arricchiti con l’industria delle armi e i cosiddetti “macellai” senza scrupoli che investivano ruoli di comando nell’esercito, affiancati da una borghesia insensibile alle problematiche sociali, e dall’altra i reduci della guerra, i mutilati costretti a chiedere l’elemosina nelle strade, le donne costrette a prostituirsi per sopravvivere e un proliferare di gente degradata e corrotta che trovava nel vizio una compensazione al vuoto e alle difficoltà della vita.

È ovvio che gli artisti non restassero indifferenti a questa realtà che venne ritratta con spietata naturalezza arrivando persino ad un capovolgimento tra il “normale” e il “mostruoso”. Guardando i disegni, le incisioni, gli acquerelli e le tele di artisti quali Max Beckmann – H. Maria Davringhausen - Rudolph Schlichter - Christian Schad – Otto Dix – George Grosz - si resta sconcertati e turbati dalla forza di rappresentazione volutamente deformata ma impersonale, disincantata, scevra da ogni indagine nel profondo dell’io, come se gli esseri umani diventassero oggetti meccanici, senza illusioni sul futuro.

Il soggetto diventa quindi oggetto, cosa, “Sache” appunto, da cui il termine “Neue Sachklichkeit”. Questa visione, questa tendenza si propagò in tutte le arti dal teatro all’arredamento, dalla grafica all’architettura e naturalmente trovò nella fotografia il campo in cui esprimersi al meglio.

Due donne si distinsero particolarmente: una nella pittura, Gertrud Johanna Mammen impegnata a rappresentare in modo realistico la vita urbana e l’emergere della “nuova donna” costretta ad affrontare sofferenze ed alienazione e Johanna Alexandra Jacobi, detta “Lotte” che frequentò l’Accademia Bavarese di Fotografia diventando una ritrattista tra le più affermate della Germania.

Le musiche originali, che faranno da sottofondo alle tematiche di questo incontro, saranno ispirate alle ambientazioni alquanto claustrofobiche delle opere pittoriche dei sopracitati artisti, vale a dire sale da ballo a volte squallide ma spesso allietate dalla presenza di complessi dell’emergente musica Jazz, importata dagli Stati Uniti durante la Grande Guerra, Café chantant e altri locali di ritrovo dell’epoca.

Durante l’incontro verranno proposti brani musicali e canzoni per cabaret di Wilhelm Grosz, musicista austriaco ebreo che ottenne molto successo in Inghilterra dove si rifugiò perché perseguitato dal regime nazista, di Alexander von Zemlinsky cognato di Gustav Mahler e infine di Mischa Spoliansky noto pianista di piano bar e direttore d’orchestra di cabaret, di origine russa.


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