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L’unicità della Musica Tedesca

Relatrice: Marisa Franceschi

Martedì 3 maggio, ore 17.00 in presenza e via Zoom

La musica di Paul Hindemith

 

L’incontro è dedicato alla figura e all’opera del musicista Paul Hindemith, nato ad Hanau nel 1895 e morto nel 1963 a Francoforte.

Polistrumentista, si specializzò nello studio del violino e della viola; in particolare alla viola d’amore dedicò un concerto il “Kammermusik” N° 6 op.46.

In gioventù, prima di diventare primo violino all’Opera di Francoforte e di Darmstadt, si procurò da vivere suonando in complessini di Musica da ballo e di commedie, un’esperienza che gli valse l’introduzione di un Fox-trot, un ballo proveniente dagli Stati Uniti, nel Finale del IV tempo del Kammermusik N° 1 op. 24.

Fu insegnante di composizione alla Scuola Superiore di Musica di Berlino e organizzatore del Festival di Donaueschingen nel cui cartellone fece inserire musiche di Schoenberg e Anton Webern.

Certamente l’arte di Hindemith è sinonimo di “Unicità della musica tedesca” in quanto erede della grande tradizione musicale fondata sul Corale luterano ripreso poi da Johann Sebastian Bach, specie nella restaurazione della tecnica contrappuntistica e della forma, pur ispirandosi alle novità armoniche e modali suggerite dall’impressionismo francese in particolare di Debussy.

Dopo la Prima Guerra Mondiale, in un clima di reazione al soggettivismo, al simbolismo e all’individualismo espressionista, Hindemith si indirizzò agli aspetti più spinti dell’avanguardismo artistico dell’epoca, con composizioni come la citata Kammermusik op. 24 e quella op. 36, nonché la Suite op.26 in cui si richiede all’esecutore di dimenticare il modo tradizionale di suonare il pianoforte, trattandolo quasi brutalmente come uno strumento a percussione.

La logica inesorabile della sua scrittura musicale dimostra una metallica lucidità ed un’ostinazione teutonica senza mai indugiare in compiacimenti di carattere estetico o di romantica espressività. Non erano certo la bellezza esteriore delle sue musiche, che dovevano far presa sull’ascolto del pubblico, né tanto meno l’intenzione letteraria e descrittiva la sua preoccupazione principale.

La sua fantasia compositiva cela un sano gusto “artigiano” della pratica esecutiva giustificato dagli stimoli offerti dalla stessa materia sonora. Del resto, la tendenza della cultura tedesca tra le due guerre prendeva il nome di “Neue Sachlichkeit” ovvero “Nuova Oggettività”, laddove il termine “Sache” significa appunto “cosa concreta, cosa in sé”, segno di un interesse verso la realtà positiva e tangibile.

Lo stesso Hindemith ad un certo punto della sua evoluzione artistica affermò essere la propria musica “Gebrauchsmusik” cioè destinata al consumo, spoglia di romantiche affermazioni individuali, destinata all’esecuzione di buoni dilettanti, in linea con altri musicisti come Kurt Weill ed Ernst Krenek. Tuttavia, questa musica risultò comunque di difficile impatto per le masse, fatta eccezione per un singolare “gioco musicale” composto per i bambini della scuola primaria intitolato “Costruiamo una città” che verrà proposto durante questo incontro.

Durante il nazismo la modernità del suo stile gli attirò il biasimo delle autorità: fu costretto ad emigrare dapprima in Turchia, paese già conosciuto, e poi negli Stati Uniti, nonostante gli interventi e le proteste del direttore d’orchestra Wilhelm Furtwangler.

Hindemith si cimentò anche nella composizione di un’opera lirica in tre atti intitolata “Mattia il pittore” sulla vita del pittore cinquecentesco Matthias Grünewald, uno splendido affresco storico della Germania durante le guerre di religione, e poco dopo compose anche le famose “Metamorfosi sinfoniche” su un tema di Carl Maria von Weber.

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