ISTITUTO DI CULTURA ITALO - TEDESCO
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Edith Stein: Una vita per la verità, a ogni costo. Dalla cattedra al Carmelo (e alla camera a gas)

Relatore: Stefano Martini

 

Venerdì 22 aprile, ore 17.00 in presenza e via Zoom

Analisi più dettagliata delle opere e prime letture

 

Negli incontri precedenti abbiamo, di tanto in tanto, dato qualche informazione sulle opere principali di Edith Stein. È giunto il momento di dire qualcosa di più. I suoi scritti si possono suddividere in cinque sezioni: 1) autobiografici; 2) di filosofia; 3) di antropologia e pedagogia; 4) di mistica e spiritualità; 5) traduzioni. Ci soffermeremo sui principali libri, soprattutto quelli finora tradotti in italiano, per intravedere lo sviluppo del pensiero della filosofa. Cercheremo, infine, di privilegiare i testi più accessibili, cominciando da due molto semplici, non propriamente filosofici, ma al contempo interessanti e significativi: la Lettera a papa Pio XI (Brief an Papst Pius XI), del 12 aprile 1933, e la Prefazione (datata 21 settembre 1933) dell’Autrice, alla sua opera autobiografica Dalla vita di una famiglia ebrea (Aus dem Leben einer jüdischen Familie). Il primo è un testo che si può ben definire “profetico”, dato che tutto ciò la Stein scrive al Pontefice si avvererà puntualmente. Pertanto, esso si presenta come una straordinaria testimonianza della sua sorprendente capacità di lettura degli avvenimenti politici, oltre che della ricca umanità e profondità morale e intellettuale. Nel secondo testo, la Stein introduce il racconto – a partire dal ruolo centrale della figura emblematica della madre – di alcune vicende di vita quotidiana della propria famiglia, scritto con lo scopo di adempiere a una missione sociale: rispondere alle accuse rivolte dal regime nazista agli ebrei, accuse che erano accolte da molti per ignoranza. Nelle pagine che leggeremo, però, non si trovano tracce di rancore contro i persecutori; essi non sono considerati nemici, anzi la Stein avanza l’ipotesi che agiscano, almeno alcuni, in buona fede. Si può dissentire, dunque, per amore di giustizia, ma non si deve odiare. Si tratta di una eccezionale lezione di carità, secondo lo spirito del Cristianesimo.


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