ISTITUTO DI CULTURA ITALO - TEDESCO
UNICA SEDE D'ESAMI AUTORIZZATA DAL GOETHE-INSTITUT
PER PADOVA E VICENZA
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Venerdì 19 novembre, ore 17.00 in streaming e in sede (prenotazione obbligatoria)

Etica scettica (II)

 

La filosofia è intesa da Weischedel come interrogare radicale, frutto di una decisione esistenziale da parte di chi filosofa, proprio nel senso che coinvolge dalle fondamenta tutta l’esistenza. In che rapporto stanno fra loro scetticismo e nichilismo? L’età del nichilismo è storicamente, come noto, l’età postnietzscheana, in cui il pensiero filosofico, liberatosi da ogni caparra metafisica, cerca di fare i conti con ciò che da sempre segretamente lo muove: la problematicità radicale della realtà. Lo scetticismo sembra essere, pertanto, il modo di pensiero più adeguato nell’età del nichilismo. Se però la nostra epoca è ineluttabilmente segnata da nichilismo e da scetticismo, il proposito weischedeliano di delineare e di fondare razionalmente un’etica che sia “all’altezza dei tempi”, potrebbe apparire, almeno di primo acchito, qualcosa di difficile realizzazione. Quello di delineare un sistema di norme atte a indirizzare e guidare il comportamento dell’individuo tanto nella vita privata quanto in quella sociale, con l’intenzione di darne una giustificazione filosoficamente fondata, tuttavia, non è solo un compito esistenzialmente decisivo, ma innanzi tutto una incombenza centrale della riflessione filosofica, che non può non porsi il problema anche dell’agire e delle norme del comportamento. Il filosofo autentico (e tale è ogni uomo che interroghi radicalmente), pertanto, non può non occuparsi di etica. Un’etica, che voglia essere filosofica, ha però bisogno di un principio da cui dedurre le sue prescrizioni. Ora, nell’età del nichilismo e dello scetticismo, un tale principio non può essere, secondo Weischedel, che lo stesso atteggiamento di fondo dello scettico (e di chi fa filosofia): l’interrogare radicale. Lo scetticismo stesso è, perciò, l’unico fondamento da cui un’etica che voglia essere all’altezza dei tempi può prendere le mosse. Una tale etica è, per Weischedel, autenticamente filosofica, in quanto, per fondarla, non si è fatto ricorso ad alcun elemento estraneo alla filosofia, ma si è partiti da una esperienza universalmente umana: quella della problematicità della realtà – una esperienza che ci è dato di fare in una molteplicità di situazioni concrete tra loro diverse ma parimenti decisive, che ricordano molto le situazioni-limite di Jaspers. La condizione ineludibile per la delineazione e concretizzazione dell’etica scettica ricercata è che lo scettico prenda quattro decisioni fondamentali: per lo scetticismo, per la libertà, per l’esistere, per la strutturazione dell’esistenza.

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