ISTITUTO DI CULTURA ITALO - TEDESCO
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L’unicità della Musica Tedesca

Arnold Schoenberg e la Scuola viennese

Relatrice: Marisa Franceschi

 

Martedì 19 ottobre, ore 17.00 in sede (*)

Hans Pfitzner, Alexander von Zemlinsky e la Dodecafonia

 

Il periodo della storia della musica tedesca che andremo ad affrontare nei tre incontri di ottobre, novembre e dicembre prossimi è sicuramente molto interessante ed affascinante: nella prima metà del XX secolo notevoli e radicali cambiamenti si riscontrarono sia nell’ambito della scrittura musicale che nel panorama storico e politico europeo in grado di influenzare la vita e la produzione dei compositori e degli artisti in genere

In campo musicale si assistette all’avvento della musica atonale e dodecafonica che cambiarono radicalmente il modo di intendere la musica, privando l’ascoltatore della possibilità di cogliere una consequenzialità melodica su cui poggiare la propria condotta di ascolto.  Schoenberg e la scuola viennese da lui fondata furono i promotori di questo sconvolgimento.

In questo primo incontro analizzeremo dapprima le figure di due musicisti meno conosciuti ma non per questo poco importanti, se non altro per la loro funzione di tramite, di collegamento tra la musica tardo-romantica e quella innovativa delle avanguardie viennesi.

Il primo, Hans Pfitzner (1869 – 1949), fu insegnante al conservatorio di Berlino e rimase legato alla generazione post-romantica componendo numerosi lavori cameristici, Lieder e un notevole concerto per violino e orchestra. La sua fama però è legata ad un’opera intitolata “Palestrina” del 1917, ricca di momenti di accesa visionarietà, che ottenne notevole successo a Monaco in occasione di un Festival dedicato alle sue musiche. La sua adesione al nazismo ne fece uno dei compositori più in vista della sua epoca ma poco prima della morte, avvenuta nel 1949, fu sottoposto a procedimento da parte del tribunale di Monaco.

Il secondo, Alexander von Zemlinsky (1872 – 1942), si rifece alle tematiche dell’estetismo letterario della Secessione. Ebbe un ruolo di collegamento tra la musica di Mahler e di Richard Strauss con le avanguardie della scuola viennese. Amico, cognato e sostenitore di Arnold Shoenberg, rimase però legato alla musica della tradizione tonale pur spingendosi a tratti ai limiti estremi.

Tra le sue composizioni ricordiamo “Una tragedia fiorentina” del 1917, la “Sinfonia lirica” 1922, la “Sinfonietta”, 6 Lieder per voce e orchestra e il Salmo XXIII. A causa delle persecuzioni del nazismo contro gli ebrei fu costretto come tanti altri artisti ad emigrare negli Stati Uniti, dove morì in miseria.

Durante questo primo incontro verranno date delucidazioni sul tipo di scrittura musicale basata su una serie di 12 note (pensiamo ai tasti bianchi e neri del pianoforte suonati in successione senza tralasciarne uno fino ad esaurire l’ottava) che assunse per questo il nome di Dodecafonia.

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