ISTITUTO DI CULTURA ITALO - TEDESCO
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PER PADOVA E VICENZA
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La storia della Germania del Novecento

Relatore: Filippo Focardi

 

Martedì 5 ottobre, ore 17.00 in sede (*)

Giudicare ma non essere giudicati: origini e conseguenze della “mancata Norimberga italiana”

 

L'Italia fascista si è resa responsabile di gravi crimini di guerra sia nelle colonie africane, in Libia e in Etiopia, durante gli anni Trenta, sia nel corso della Seconda Guerra Mondiale, specie nei Balcani, in Jugoslavia e in Grecia. Sulla base degli accordi internazionali successivi all'armistizio del settembre 1943, l'Italia avrebbe dovuto consegnare i suoi criminali di guerra alle nazioni che avevano subito i crimini per essere lì processati. Vi erano circa mille italiani, fra civili e militari, iscritti nelle liste delle Nazioni Unite come criminali di guerra per crimini commessi contro civili (fucilazioni di ostaggi, stragi, deportazioni di uomini, donne e bambini in campi di concentramento). I governi italiani, da Badoglio a De Gasperi, riuscirono ad evitare la consegna degli accusati. Non ci fu dunque nessuna "Norimberga italiana". Ciò ha avuto conseguenze profonde sulla memoria pubblica nazionale che ha potuto imperniarsi sul comodo mito del "bravo italiano". Ma ha avuto ripercussioni anche sulla questione della punizione dei criminali di guerra tedeschi: per paura di un possibile "effetto boomerang" ai danni degli italiani, le autorità di Roma hanno infatti frenato le richieste agli Alleati per la consegna dei criminali di guerra tedeschi che si erano macchiati di atrocità in Italia. Si è dunque verificata un doppio vulnus ai danni della giustizia.

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